Il Devoniano e l'orogenesi Ercinica

Il Devoniano (395-345 MA) comincia con I’ emersione, accanto alla paleoisola sud occidentale, di un’ altra nella zona sud orientale; ciò a causa del progressivo ritiro del mare che porterà all’emersione dell’intera isola. All’inizio di questo periodo, infatti, terminano i sommovimenti caledoniani e si apre una fase di stabilità che si protrarrà fino all’ inizio dell’ Orogenesi Ercinica, la tappa più significativa del Carbonifero (345-280 MA), “il più movimentato periodo della storia geologica dell’Isola”. L’elemento scatenante di tale orogenesi è stato lo scontro fra la placca europea e quella siberiana. Secondo I’ ipotesi più accreditata, infatti, la crosta terrestre non sarebbe un tutt’uno, un continuum spaziale, ma risulterebbe suddivisa in una dozzina circa di «placche» o «zolle rigide»: è la cosiddetta “Teoria della Tettonica delle Placche”. Quando due di queste placche e, nel caso specifico, i continenti ad esse ancorati, convergono I’ una rispetto all’ altra fino a collidere, il risultato è il sollevamento della litosfera con conseguente formazione di un sistema montuoso. Proprio ciò che è avvenuto con l’Orogenesi Ercinica, durante la quale I’ isola è emersa completamente, assumendo una configurazione assai simile all’ attuale, cosicché si può riferire a questo periodo la nascita vera e propria della Sardegna. Le incredibili pressioni e le temperature elevatissime sprigionatesi da questo imponente piegamento hanno, per così dire, «risvegliato» le masse magmatiche, sopite nelle profondità terrestri, provocandone la lenta,ma inesorabile, risalita,solo in parte sfociata in manifestazioni effusive (colate di porfidi del Permiano). La maggior parte di questo enorme flusso incandescente, infatti, rimasta intrappolata entro la crosta terrestre, si è consolidata in forma di “graniti” e tipi litologici affini sotto le preesistenti formazioni del Paleozoico antico ( in Gallura, ad esempio ), metamorfosandole e mineralizzandole; solo localmente ha cercato di penetrare nelle rocce della copertura stessa, ma senza riuscire ad emergere all’esterno. Dopo un lento consolidamento e una completa cristallizzazione, queste intrusioni, questi “plutoni” granitici sono potuti riaffiorare in superficie solo dopo millenni di attività erosiva, che ha smantellato I’ originaria copertura di scisti. E proprio una di queste cupole di materiale intrusivo ha dato origine al Monte Ortobene.

4.3/5