A quando la rotabile per il Monte?

«Coi primi caldi di ogni stagione estiva risorge, nel pensiero e nel desiderio di ogni buon nuorese, la sospirata rotabile al monte Ortobene, che dovrebbe diventare finalmente — se i buoni auspici non fallano e le più evidenti necessità hanno diritto a una qualche soddisfazione — meta obbligata e non del tutto ingrata per ogni turista che allunghi fino a Nuoro il suo itinerario sardo: di questa iniziativa si era interessata la stampa locale.

Siamo nel 1934 ed è tempo che il problema venga seriamente discusso.
La necessità della costruzione di una strada è stata sempre vivamente sentita da quanti si sono preoccupati e si preoccupano dell’avvenire e del- rimmancabile sviluppo della Città di Nuoro.
E a ragione.
Un’opera del genere ha, infatti, tanta importanza da potere, da sola, mutare la fisionomia di un centro come il nostro, quando si consideri che lo sviluppo di Nuoro è intimamente legato alla sua valorizzazione turistica.
L’assoluta mancanza di industrie e la povertà dei traffici e degli scambi commerciali sono fattori negativi che debbono far convinti Autorità e cittadini della necessità di sfruttare le nostre bellezze naturali, alimentando l’industria del forestiero che è fonte di ricchezza per molte città italiane.
Vero è, purtroppo, che sono trascorsi sette lustri da quando il bronzeo Redentore sorse lassù e, scoprendo ai sardi stessi nuove bellezze panoramiche, additava loro una bella montagna in più a ristoro della quotidiana fatica.
Ma con tutto ciò, per giungere a godere la balsamica aria ortobenina o per gustare, all’ombra vasta dei suoi lecci secolari, le freschissime acque del- l’Ortobene, ancora oggi si percorre la stessa mulattiera sconnessa e malagevole di trent’anni addietro, ossia nel 1904.
Eppure la Nuoro d’oggi è ben diversa da quella degli inizi del secolo: essa ha visto più che raddoppiata la sua popolazione e accrescersi la sua importanza di anno in anno, fino a riassumere, col 1926, la dignità di capoluogo di provincia che aveva perduto solo verso la metà del secolo scorso.

È generalmente noto che attualmente si arriva a Solotti percorrendo una mulattiera assai malandata, sulla quale solo il coraggio del nostro vituperato «carrolante» o i garretti di acciaio dei nostri buoi possono cimentarsi vittoriosamente.
Chi pensasse di poter fare una «comoda» gita per andare a godere i panorami stupendi che di lassù si godono o per respirare l’aria balsamica della montagna, dovrà presto disingannarsi, appena avrà attaccato l’erta «de sas Ladas»: è questa, infatti, una salita fatta solamente per i buoni camminatori
e… per i cavalli! oltre che per spaventare l’animo del turista in pantofole….
Le vecchie casette addossate alla chiesa di N.S. del Monte, già unico ricovero per i «novenantes» hanno perduto in questi ultimi anni quasi ogni loro importanza, sia per le loro condizioni igieniche e statiche, come per il sorgere di nuove comode casette, sparse tra il verde delle piante e in vista di panorami stupendi.
Tra qualche anno «sas cumbissias» e la Chiesa stessa subiranno radicali trasformazioni che renderanno l’una e le altre più decorose e più accoglienti.
Altre costruzioni per il soggiorno estivo sono annunziate in vari punti di «Nostra Segnora», di «Cuccuru Nigheddu», di «Solotti» ed altrove.

Nè va taciuta la silenziosa e tenace opera che va compiendo la Milizia Forestale per la protezione del bosco, dove questo ha potuto salvarsi dalla furia distruggitrice di gente senza scrupolo, e per la sua ricostituzione nei punti rimasti spogli per l’improvvida opera di uomini e di animali.
Tutto questo non è titolo sufficiente per una strada di accesso?
Non si può invocare, forse, a sostegno di quest’opera, il fatto che per circa tre mesi dell’anno viene a costitursi sul monte una vera e propria borgata, che comprende già oggi — nell’anno 1934 — quasi cinquecento persone, e che nei giorni di festa raggiunge e supera il doppio?
Chi può negare l’importanza che Nuoro verrebbe ad assumere se una volta costruita la strada ed attrezzato turisticamente l’Ortobene, gli enti pubblici e privati riusciranno ad avviare verso Nuoro una qualche corrente di turisti?
L’Ortobene, non dimentichiamolo, per la sua vicinanza a un grosso centro abitato, per la possibilità di un accesso comodo e rapido, come per le sue bellezze e per i suoi pregi caratteristici è unico in Sardegna. Non è, no, una «montagna brulla», si persuadono i sedentari superstiti, se ancora ve ne sono.
A nulla possono valere le considerazioni di qualche nostalgico, che nel rombo dell’automobile vede sciogliersi l’incanto dei verdi silenzi e delle vaste solitudini cari, quelli e queste, ai cinghiali come agli uomini e, fra questi, più specialmente ai cacciatori di ogni età e di ogni valentia.

L’orizzonte dell’Ortobene è così aperto e l’aria vi è tanto pura, che nessun rombo potrà mai distruggere i mille «solitari recessi» ora esistenti; nè alcuna puzza di benzina riuscirà mai ad inquinare la freschezza delle ombre e delle acque o il profumo incomparabile del bosco, ancor oggi — per nostra fortuna — fitto e fiorente, quasi a rivincita sui carbonizzatori di ogni risma e sui caprai spodestati.
Nessun nuorese che si rispetti, per quanto innamorato del pittoresco e del tradizionale, delle cavalcate e delle battute di caccia grossa, potrà mai far giungere il proprio zelo… strapaesano fino a negare la necessità, fattasi ormai più sentita ed urgente, di una strada che allacci la Solitudine con la colonia montana, e da questa giunga fino al pianoro superiore dell’Ortobene e alla statua del Redentore.
Auguriamoci tutti di poter salutare al più presto l’inizio dei lavori stradali, per un migliore avvenire della nostra città».
* * *
Finalmente nel 1941 il Genio Civile di Nuoro dava corso alla costruzione di un primo lotto: ma i lavori, per varie cause, furono interrotti e la strada non fu portata a termine.
Dieci anni dopo l’Ainministrazione Provinciale provvedeva all’appalto di due lotti, uno in data 26-9-1951 dalla Solitudine a Solotti, e l’altro da Solotti a N.S. del Monte in data 6-7-1953: terminati rispettivamente nel settembre del ’53 e del ’54, per una spesa di lire 138.993.000 per un totale di Km. 6,944.

Nel 1971 l’Amministrazione Comunale apriva un nuovo tratto di strada — la Sedda Ortai — per Km. 3,704 (lavori iniziati nel 1964) rendendo sempre più agevole e scorrevole il traffico da e per il monte.

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