Il quercino (Eliomys quercinus)

Il quercino (Eliomys quercinus Linnaeus, 1766) è un roditore della famiglia dei Gliridae che vive prevalentemente in Europa.

Sistematica

In Italia sono presenti le seguenti sottospecie:
* Eliomys quercinus pallidus Barrett-Hamilton, 1899 – (Italia peninsulare e Sicilia)
* Eliomys quercinus sardus Barrett-Hamilton, 1901 – (endemismo sardo-corso)
* Eliomys quercinus
liparensis Kahmann, 1960 – (Isola di Lipari)
 
Caratteristiche
Molto simile al moscardino, il quercino può raggiungere la lunghezza massima di 16-17 cm senza tener conto della coda che può misurare fino ai 12 cm. La sua pelliccia cambia colore a seconda della parte del corpo ed è grigia-rossastra sul dorso mentre è bianca sul ventre. Una caratteristica del quercino è che presenta una linea di colore scuro che parte dal muso, circonda gli occhi e continua fino alle orecchie. Infine la coda è ricoperta di peli ed è solitamente nera lungo la parte posteriore finale mentre è bianca nella parte inferiore.
 

Distribuzione ed habitat
Il quercino è diffuso in tutta Europa, dalla Spagna fino all’Estonia e all’Ucraina. È assente in Inghilterra.
In Italia la specie è presente in tutta la penisola e in Sicilia e Sardegna. È inoltre presente nell’isola di Lipari e sull’Asinara.
Il Quercino è solito popolare i boschi (in particolare i boschi di querce) fino ad un’altitudine massima di 2000 metri. Lo si può incontrare anche nei campi ricchi di cespugli e sui pendii soleggiati caratterizzati dalla presenza di rocce. Il quercino può inoltre trovare riparo, soprattutto al sopraggiungere dei primi freddi, nelle case rurali o nelle baite.
Vive prevalentemente sui rami degli alberi ed in Italia esso è presente in molti parchi nazionali.

 

Biologia
Il quercino è un animale molto agile che ama saltare e arrampicarsi sugli alberi fino ai rami più sottili. Nel periodo preinvernale il quercino scava una tana dove immagazzina il cibo e contemporaneamente ne mangia un enorme quantità, ingrassando in modo da prepararsi all’inverno. Quando questo arriva il quercino va in letargo insieme a più individui in modo da scaldarsi l’uno con laltro. Quando la temperatura si alza è solito svegliarsi di tanto in tanto per mangiare le riserve di cibo accumulate.

 

Alimentazione
Il Quercino si nutre di insetti, soprattutto di lepidotteri (sia nella forma larvale sia adulta), di uova di uccelli e di frutti selvatici.
Nelle coltivazioni di frutta di tipo intensivo, il Quercino può arrecare danni, poiché è solito assaggiare grandi quantità di frutti senza consumarne interamente alcuno.

Riproduzione
Avviene circa due volte l’anno quando la femmina partorisce dai due ai sette piccoli che nascono nudi e ciechi.
Il Quercino è solito costruirsi dei grandi nidi sferici ricoperti di muschio che hanno un’unica apertura verso un lato, anche se a volte preferisce non costruirli e occupare i nidi degli scoiattoli o degli uccelli.

Comportamento
Di abitudini prevalentemente notturne, questo animale cerca ricovero durante il giorno negli anfratti delle rocce o nelle cavità degli alberi; in alcuni casi riadatta vecchi nidi di scoiattoli o di uccelli, oppure costruisce piccoli nidi di forma globulare. Anche se fra i gliridi presenti in Valle d’Aosta è il più terragnolo, l’animale è in grado di arrampicarsi con facilità su arbusti ed alberi grazie alle callosità plantari a forma di cuscinetto che gli consentono una sicura presa.
Una delle sue principali occupazioni durante la buona stagione è quella di crearsi adeguate riserve per il letargo attraverso una sovralimentazione; alla fine dell’estate, raggiunto il peso ottimale, riduce nettamente la propria attività. Va in letargo nell’autunno inoltrato, generalmente in piccoli gruppi, per risvegliarsi a partire dalla fine di febbraio o agli inizi di marzo.

Status e conservazione
In molti paesi dell’Europa centro-orientale la specie è segnalata in diminuzione.
Non si dispone di informazioni certe circa lo status delle popolazioni italiane, anche se il Quercino risulta ancora relativamente comune. Qualche preoccupazione destano le popolazioni insulari, dove è segnalata una certa rarefazione.

4.5/5