Interessamento di tutta la Sardegna per la realizzazione
del monumento-ricordo

Nell’inviare al Comitato l’offerta di L. 70 il Vescovo di Iglesias, Mons. Raimondo Ingheo, scriveva che «fu una vera inspirazione quella di porre l’Ortobene a base di monumento da erigersi a Gesù Cristo Redentore: la sua positura e la giusta elevazione gliene davano il diritto».

Mons. Ingheo assicurava di «aver rinnovato un caldo appello alla generosità dei Sacerdoti e dei fedeli perché offrano il loro obolo, esortandoli a superare le difficoltà che potevano venire dalle ristrettezze finanziarie e dalle fallite raccolte, le quali se potevano scusare la tenuità delle offerte, non avrebbero giustificato un assoluto diniego».
In lire 10 era stata l’offerta del parroco di Bono: «niente scoraggiamenti, «scriveva», perché dinanzi a Dio vai tanto il soldo sudato del povero come il biglietto da mille del banchiere e, forse più ancora.
Scuotiamoci adunque dall’inerzia che ci opprime: parroci sardi io faccio la prima mia tenua offerta, accessibile a tutte le borse dei colleghi.

Dieci lire son poche, lo vedo: ma se duecentocinquanta parroci, che tanti saremo su per giù in Sardegna, facessero la tenue offerta di dieci lire, s’avrebbe la bella somma di lire duemila e cinquecento.

Bando dunque agli scoraggiamenti dannosi, mano alla borsa, anche con sacrificio: Gesù merita tutto!».
Anche Mons. Filippo Bacciu, Vescovo di Ozieri, si era premurato di inviare l’offerta dei suoi fedeli, ammontante a lire 50.
«Quanti sacrifici e quante lotte — si scriveva ancora — dovette sostenere il benemerito Comitato, e quel ch’è peggio, quanti taciti rimproveri e maligni scoraggiamenti da coloro che, affetti da soverchio campanilismo, non vedono altro Dio oltre quello della loro ristrettissima chiesuola, e non spaziano con lo sguardo oltre il minuscolo orizzonte della loro gretta estimativa».
Ed ancora si sottolineava come «il Comitato, attraverso i grandi ostacoli incontrati lungo la via percorsa, attraverso tutte le infinite piccinerie, il gret- tismo e la diffidenza di noi, poveri profani alle grandi cose, passò vittoriosamente e vittoriosamente giunse alla meta da tanto tempo vagheggiata e con tanto entusiasmo e perseveranza aggredita».

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