La vegetazione nel nuorese

Purtroppo, nel nuorese, la foresta primaria di leccio è ridotta ai soli 900 ettari di alcune aree calcaree del Supramonte di Orgosolo; …

…infatti, per cause pedoclimatiche, ma soprattutto per l’azione antropica prolungata (pascolo, taglio ed incendio), l’antica foresta è in regressione e, attualmente, la maggior parte dei boschi di leccio è rappresentata da cedui, come è avvenuto anche sul nostro Monte. “Le maestose fustaie di leccio che”, ancora agli inizi del secolo scorso, “ricoprivano le plaghe più interne e più elevate dell’Ortobene, oggi sono ridotte a modesti lembi localizzati nella zona di Solotti e di Cuccuru Nigheddu. Sono relitti di bosco disetaneo con uno strato arbustivo generalmente rado” (A. Mele, Rif. Bibl n°). Quest’ultimo comprende le specie di sottobosco prima citate con l’aggiunta, nei luoghi più riposti ed esposti a tramontana, di qualche esemplare di ex aquifolium L., ovvero agrifoglio (“golostru”) della Famiglia delle Aquifoliaceae. 

In altre località del Monte, dove ancora perdura il bosco di leccio, questo ha subito i pesanti condizionamenti anzidetti, legati alla presenza dell’uomo.

 

A “Ghettasida”(ad Est), “Badde rubos”(a N-E), “Farcana”(nella parte centro-settentrionale), “Isterulotta” e “Mamudine”(a S-O), “Emilianu”(nella zona centro-occidentale) della lecceta pura originaria sopravvive la forma cedua di degradazione.

In genere, nelle valli incassate e nei canaloni, dove l’umidità relativa ed assoluta sono maggiori rispetto alle zone esposte ed alle cime, si creano le condizioni ideali per lo sviluppo di un «bosco misto». Nella parte Nord occidentale dell’Ortobene, “dove i roccioni presentano per lo più una fessurazioni verticale, sprofondandosi quasi a picco, si aprono due vallette denominate rispettivamente Borbore e Valverde”(Rov.). La prima resta più chiusa rispetto alla seconda, la quale forma un largo semicerchio, una sorta di “anfiteatro”, che si apre a Nord-Ovest. Se, da un lato, il bosco puro di Q.ilex, localizzato a Solotti e sulla sommità, ha le caratteristiche di quelli delle regioni vicine (monti di Oliena, Monte Tuttavista, Supramonte) tutte di natura calcarea, dall’altro, il bosco misto che si osserva nelle zone di Valverde e Borbore è certamente un residuo dei vasti boschi che, un tempo, ricoprivano tutto il Monte. Esso, oltre al Q.ilex ed al Q.suber, comprende un’altra specie della Famiglia delle Fagaceae:
•    Quercus pubescens Wild., roverella (“chercu”).

4.5/5