La Lymantria dispar

Avete mai visto i danni che alcuni bruchi riescono a causare su interi boschi?

Parliamo di un piccolo insetto che, in sinergia con altri milioni di individui della stessa popolazione, riesce a defogliare intere aree boscate causando così dei grossi danni paesaggistici, economici e soprattutto fisiologici.

Questa è la Lymantria dispar (famiglia Erebidae), caratterizzata da una notevole polifagia. Infatti può svilupparsi a carico di oltre 400 specie arboree, forestali ed erbacee. Essa è uno dei principali defogliatori dei boschi di querce e possiede una particolare caratteristica: attacca una stessa area forestale seguendo delle fluttuazioni periodiche, cioè con dei cicli di abbondanza di popolazione i cui massimi si ripetono ogni 7-8 anni riuscendo a defogliare, nel culmine della sua gradazione, interni compressori forestali. In querceti più degradati, come nelle sugherete più intensamente pascolate della Sardegna, le infestazioni sono più frequenti ripetendosi con una periodicità di 5-6 anni.


 CICLO BIOLOGICO

Vediamo brevemente il suo ciclo biologico:

ADULTO
Questo stadio è caratterizzato da un notevole dimorfismo sessuale (da qui il nome L. dispar). Il maschio ha una colorazione più scura (dal grigio al castano) e sulle ali anteriori sono presenti delle bande a “zig zag” di colore più scuro del colore di fondo. I maschi sono molto mobili e riescono ad individuare i feromoni prodotti dalla femmina anche da notevoli distanze.
La femmina ha le ali biancastre, è più grande del maschio, presenta un corpo tozzo e pesante ripieno di uova e ricoperto da peli chiari. Viste le sue caratteristiche non ha la possibilità di volare. In questo stadio l’insetto è afago, cioè non ha la capacità di nutrirsi.

UOVA
Le uova (da 100 a oltre 1200) vengono deposte frammiste e ricoperte dai peli addominali della femmina, in ovature ovali. Vengono deposte a fine estate su trochi, rami, raramente su foglie, su rocce… comunque in aree riparate e preferibilmente esposte a SUD-EST. La posizione di deposizione varia con la densità di popolazione . Lo sviluppo embrionale è immediato e nel giro di qualche settimana si forma una larvetta (larva di 1° età) che entra in diapausa per superare indenne il periodo invernale. Nella primavera successiva, in corrispondenza della germogliazione delle querce, le larve fuoriescono dalle ovature.

LARVA: 
Le larve (bruchi) sono lo stadio che è più facilmente individuabile sopradetto durante i periodi di culmine della gradazione in cui è presente la massima densità di popolazione. Possiedono una apparato boccale masticatore e si nutrono delle foglie delle piante. I maschi attraversano 5 età larvali, mentre le femmine ne attraversano 6.

Le larve di prima età sono molto piccole e di colore scuro. Possiedono delle setole aerostatiche molto lunghe che permettono di effettuare degli spostamenti di grandi dimensioni sfruttando la forza del vento. Infatti, verso la fine della primavera, si spostano nella parte alta della pianta e si lanciano nel vuoto rimanendo appese a dei fili sericei. Il filo si spezza con il vento e questo permette alle larve di spostarsi per molti chilometri. Questo, infatti, è lo stadio che permette una maggiore diffusione della specie.

Le larve delle età successive sono man mano di dimensioni maggiori e a partire dalla 4° età la capsula cefalica diventa gialla e la larva assume delle colorazioni molto affascinanti.

C’è da sottolineare che le larve di L. dispar non sono pericolose per l’uomo e per gli animali. Infatti, al contrario della processionaria del pino e della processionaria della quercia (non presenti e diffuse in Sardegna) non possiedono dei peli microscopici urticanti capaci di creare grossi problemi.

Crisalide: È bruna, piuttosto tozza e rimane trattenuta da pochi fili sericei al supporto scelto dalla larva per impuparsi. 

I danni dipendo dalle densità di popolazione e con delle fluttuazioni periodiche della popolazione si hanno delle defogliazioni totali del bosco. Il danno è valutabile sia dal punto di vista estetico, per le piante di interesse ornamentale e paesaggistico, sia dal punto di vista fisiologico. Infatti la pianta subisce notevole stress, conseguente al forzato ricaccio vegetativo. La defogliazione elimina la biomassa fotosintetica, riducendo così anche la traspirazione impedendo la distribuzione degli elaborati su tutta la pianta. Si ha una alterazione delle condizioni fisiologiche che porta ad un deperimento che espone la pianta ad attacchi di insetti secondari opportunistici o di funghi patogeni. Nelle annate di defogliazione si riduce fortemente la produzione di ghiande, si riduce l’accrescimento della piante e, sulla sughera (Quercus suber L.) si riduce fortemente la produzione di sughero causando quindi anche dei danni economici.


LOTTA E MONITORAGGIO

La Lymantria dispar possiede un numero elevato di fattori di contenimento biotici, tra cui diversi insetti e funghi. Un insetto predatore di pupe e larve (sia allo stadio larvale che allo stadio adulto), seppur non molto efficiente, è il Calosoma sycophanta, un carabide molto attraente dal punto di vista estetico.

Figura 1: Adulto di Calosoma sycophanta

 

L’uomo, attraverso una intensa attività di monitoraggio delle popolazioni riesce a prevedere l’evoluzione della densità delle popolazioni. Grazie a queste metodologie è possibile applicare una lotta biologica e programmare quando e dove attuare gli interventi. In Sardegna si utilizzano dei prodotti microbiologici, come il Bacillus Turigensis Kurstaki. Esso è un batterio aerobio sporigeno, cioè che in condizioni ambientali sfavorevoli produce delle spore. Durante la sporulazione produce un corpo parasporale cristallino formato da proteine tossiche per gli insetti. Quando la larva ingerisce la sporta e il cristallo proteico, il cristallo viene solubilizzato e vengono attivate, da parte di enzimi intestinali, delle proteine. Esse si legano a dei recettori specifici nella membrana delle cellule epiteliali forando l’epitelio e quindi distruggendo le cellule epiteliali, portando a morte l’insetto.

Il trattamento viene effettuato attraverso l’utilizzo di elicotteri dotati di particolari erogatori, cioè di atomizzatori elettrici rotativi capaci di creare delle gocce molto fini e omogenee tali da avere una velocità di caduta costante.  

Figura 2: Trattamenti aerei contro la L. dispar

4.5/5