Necropoli Ipogeica Maria Frunza

La necropoli di Maria frunza si raggiunge percorrendo la strada che dalla chiesa della Solitudine porta a Marreri, dopo circa 4,5 Km si imbocca una stradina sterrata sulla sinistra. Una delle domus della necropoli si trova sul bordo del sentiero mentre le altre tombe si trovano sul costone roccioso, sopra la prima, nascoste da una fitta vegetazione. La necropoli è composta da quattro domus, scavate nel granito. Il monumento fu oggetto di uno studio da parte della soprintendenza Archeologica per le Provincie di Sassari e Nuoro parallelamente allo scavo della tomba di Janna Ventosa. In questa occasione non furono trovati materiali riferibili al periodo di appartenenza del monumento, forse perché fu utilizzato come abitazione durante le ultime due guerre. La prima tomba che si incontra è situata sul bordo sinistro del sentiero, si tratta di una domus bicellulare che presenta l’ingresso di luce trapezoidale rivolto a SSE, preceduto da un padiglione di pianta subrettangolare. Dall’ingresso si accede alla prima cella di pianta vagamente ellittica : presenta pareti rettilinee e il soffitto è spiovente sulla parete di ingresso. Nella parete di fondo si apre il portello della seconda cella, ornato da una doppia cornice. Ci sono inoltre tracce di colore rosso scuro alla base del portello e tra le due cornici. 

La seconda cella ha pianta subrettangolare, le pareti sono rettilinee e il soffitto piatto e spiovente sulla parete di ingresso. Sul costone roccioso, a circa m 20 dalla strada si incontra un’altra domus, circondata dalla vegetazione. E’ l’ipogeo più particolare della necropoli, sia per i suoi elementi architettonici che per la sua grandezza. E’ costituita da tre vani ed è preceduta da una scalinata, formata da tre alti gradini rotondeggianti, che non è sicuro appartengano al primo impianto del monumento oppure ad epoche successive. L’ingresso alla tomba è volto a Sud-Ovest ed è preceduto da un padiglione quasi completamente distrutto. Il portello che porta alla prima cella è di forma subrettangolare; inoltre a sinistra di esso si trova un’altra apertura, dovuta forse al disfacimento della roccia e poi rimaneggiata in seguito. La prima cella dunque è di forma rettangolare, con pareti rettilinei e levigate sebbene abbiano subito una forte erosione, inoltre le pareti e il soffitto sono coperti in diversi punti da fuliggine, che non permette di riconoscere eventuali tracce di ocra rossa. Sulla parete a sinistra si trova una piccola nicchia di tipo cultuale, mentre verso il fondo della cella c’è un pilastro, con il quale si aveva l’intenzione di riprodurre un tipico elemento della casa dei vivi. Sulla parete laterale a sinistra si apre il portello che conduce ad un altro vano, di pianta vagamente circolare, pareti curvilinee e soffitto piano. 

Ad un terzo vano si accede ritornando nella prima cella, attraverso il portello situato a destra dell’ingresso principale. Questa terza stanza è di forma ellittica, con pareti rettilinee e soffitto piatto, sebbene abbia subito un crollo nella parte centrale. Poco più in alto si trova il terzo ipogeo, formato da tre ambienti. L’ingresso anche in questo caso è rivolto a Sud-Ovest e ha una profonda scanalatura per l’incasso del chiusino, inoltre è circondato da una cornice. La prima cella è  di forma ellittica, con pareti rettilinee e levigate anche se nella parete laterale, a destra, si notano tracce di un piccone da scavo. Sulla parete di fondo si apre il portello che porta alla seconda cella che presenta forma vagamente circolare con pareti rettilinee e ben levigate . Nella parete destra della seconda cella si trova l’ingresso per la terza cella di forma ellittica. Più in alto rispetto alle altre tombe si trova la quarta domus, in realtà si tratta di una domus non terminata lo dimostra il vano che sembra quasi una nicchia priva di un vero soffitto. L’ingresso rettangolare è sul piano di campagna ed è ornato da una cornice quadrangolare in rilievo.