Precipitazioni

Sono un fenomeno molto variabile nel tempo e nello spazio. La Sardegna è soggetta al caratteristico «regime pluviometrico mediterraneo». Il periodo più piovoso è Ottobre- Dicembre (300mm in media e 20 giorni circa con precipitazioni), mentre da Gennaio in poi, fino a Luglio-Agosto, si registra una progressiva riduzione delle precipitazioni, che scendono a valori inferiori a 50mm. L’andamento delle precipitazioni è caratterizzato, inoltre, da un massimo secondario primaverile o almeno da una pausa nella diminuzione verso i minimi estivi. Ciò si verifica alla fine di Marzo o agli inizi di Aprile: le precipitazioni si manifestano più spesso sotto forma di rovesci violenti ed i lunghi periodi di piogge continue sono relativamente poco frequenti.

Regime a massimo raddopiato

Il Le Lannou (1941) ha ritenuto così di poter riconoscere in Sardegna un “regime a massimo raddoppiato”: uno autunno-invernale ed uno primaverile, interrotto da un breve periodo arido invernale, le cosiddette «secche di Gennaio». In effetti, durante i mesi di Gennaio e Febbraio, l’isola cade per periodi più o meno lunghi, in genere 3-4 settimane, sotto l’influenza dell’anticiclone freddo continentale, che le assicura un periodo di relativa stabilità del tempo con assenza di precipitazioni, grande limpidezza dell’aria e temperature relativamente miti. In autunno, si verificano occasionalmente piogge molto copiose e nella maggior parte delle località si possono avere precipitazioni superiori ai 100mm in una singola giornata.


Precipitazioni estive

Nel complesso, quindi, la Sardegna presenta una stagione, l’estate, in cui la siccità è un fatto costante, anche se di durata variabile da un anno all’altro e da un posto all’altro dell’isola, e tre stagioni più o meno piovose. La grandine non è frequente e si verifica, in genere, nelle situazioni temporalesche. Per quanto riguarda la neve, si può dire che vi sono in media circa due giorni all’anno con precipitazioni nevose. La frequenza, ossia il numero delle giornate piovose, è legata a quella delle precipitazioni stesse; essa dà un’idea chiara del grado di intensità con cui cadono le piogge. È un fenomeno di rilevante importanza perché è evidente che le piogge, diluite nel tempo, vengono ad essere assorbite dal terreno, mentre le piogge concentrate, dopo aver impregnato gli strati più superficiali, non avendo il tempo di percolare, tendono a scorrere in superficie alimentando fiumi e torrenti. Le forti intensità pluviometriche, che si verificano, ad esempio, durante eventi temporaleschi (soprattutto in autunno), colgono buona parte del suolo dell’isola, oggi mantenuto a pascolo, quando la protezione della vegetazione, costituita da “terofite” (piante annuali che sacrificano il loro corpo superando la stagione sfavorevole allo stadio di seme) a riposo estivo, è quasi nulla. Ciò contribuisce notevolmente alla degradazione pedologica, soprattutto, dove, come nel M.te Ortobene, l’inclinazione è pronunciata ed il terreno, derivante da substrati granitici, è piuttosto sciolto.

 

Quantità di precipitazioni

La quantità delle precipitazioni è variabile da un anno all’altro; sussiste cioè il fenomeno della “infedeltà pluviometrica”: questa è assai maggiore nei settori più piovosi della montagna e della Sardegna orientale. In particolare, l’Ortobene, situato per l’appunto nella parte orientale dell’isola, mostra, da un punto di vista microclimatico, precipitazioni più abbondanti nelle zone boscose esposte a Nord rispetto ai pianori scoperti esposti a Sud. L’andamento delle frequenze dei giorni con suolo bagnato rispecchia fedelmente quello delle precipitazioni. Nel versante orientale si hanno circa 10 giorni in inverno con suolo bagnato, in primavera 4-5 giorni, in estate 2-3 e in autunno 3-4. Tuttavia questi dati possono variare da località a località in corrispondenza della grande variabilità che nel versante orientale hanno le precipitazioni a causa della complessa orografia. Ovunque nei periodi prolungati di precipitazione si possono avere, inoltre, piene dei torrenti ed allagamenti estesi.