Vegetazione del granito ridotto in massi e pietrame

Vegetazione del granito ridotto in massi e pietrame:
Cresce alla base dei roccioni o a breve distanza da questi ed è caratterizzata da elementi della
«macchia mediterranea»

. Tipica del paesaggio sardo, la “macchia” è una formazione vegetale complessa a sclerofille arborescenti ed arbustive. Si può suddividere in:

 

macchia alta, costituita da una formazione sempreverde di altezza media non superiore ai 4 metri, i cui elementi fondamentali sono,fra gli altri, il leccio, la sughera, le filliree, l’alaterno, il corbezzolo, il lentisco e che può evolvere nella “macchia-foresta”, un’associazione caratterizzata da lecci, lentischi, eriche e corbezzoli alti dai 4 ai 6-8 metri (soprattutto in zone montane dove la foresta è stata tagliata 30-50 anni or sono);

macchia bassa, costituita da forme prettamente arbustive che non superano i 2-3 metri di altezza, quali il mirto, le ginestre, i cisti, le euforbie, il lentisco.

Sul Monte Ortobene è possibile riscontrare la prima laddove il pietrame minuto si mescola al terriccio, trasportato dall’acqua, o alle sostanze organiche che derivano dalla decomposizione del fogliame caduto sul terreno dagli esemplari che vegetano sulle rocce oppure trasportate dal vento; la seconda, laddove i massi granitici, dopo essersi staccati dai roccioni ed essersi ammucchiati alla base degli stessi vanno via via riducendosi. Praticamente essa ricopre tutti i versanti del Monte. Secondo la suddivisione del Chiappino (1985) è possibile, inoltre, distinguere in modo più specifico:
una “macchia a leccio”, primo stadio della degradazione della lecceta, la più diffusa sul Monte (così come in tutta la Sardegna), composta da forme arboree ed arborescenti, rappresentate fra le Anacardiaceae da:
Pistacia lentiscus L., lentisco (“chessa”);

 

fra le Ericaceae da:
Arbutus unedo L., corbezzolo (” lidone”) ;
Erica arborea L., radica (“castannarju”);
Erica scoparla L., erica da scope (“castannarju”);

 

fra le Fagaceae da:
Quercus ilex L., leccio (“èliche”);
Quercus suber L., sughera (“superju”, “eliche suberinu”);

 

fra le Leguminosae, oltre alla Calicotome villosa, anche da:
Cytisus villosus Pourret, citiso trifloro (“matricusa”) ;
Spartium junceum L., ginestra odorosa (“matricusa”);

 

fra le Liliaceae da:
Asparagus acutifolius L., asparago pungente (“isparagu”);

 

fra le Oleaceae da:
Phillyrea angustifolia L., lillatro sottile (“alidérru”);
Phillyrea latifoglia L., lillatro, fillirea (“alidérru”).
-una “macchia ad erica e corbezzolo”, nelle zone confinanti con la gariga, spesso arricchita dalle filliree e dal citiso;
-una “macchia ad oleastro e lentisco”, più rada nel versante sud orientale, composta oltreché dal lentisco e da:

Olea europea L. var. sylvestris Brot., ovvero l’olivastro (“ozzastru”, Fam. Oleaceae), anche dalla calicotome, dall’alaterno e, inoltre, dalle Rosaceae: 
Crataegus monogyna Jacq., biancospino (“calabriche”);
Pyrus amygdaliformis Vili., perastro (“pirastru”),
con l’aggiunta, solo a Sud-Est di Euphorbia dendroides L. e Phillyrea angustifolia L..

 

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