raccolta fondi

Aiuta i volontari e contribuisci a realizzare un nuovo parco!

Aiutaci a far rivivere il luogo d’ispirazione di Grazia Deledda.
Con una piccola donazione potrai contribuire anche tu alla realizzazione del parco, dona ora, Grazie!

Il Pino di Grazia Deledda

Comunemente conosciuto come “Su Pinu”, era un pino secolare, di grandissime dimensioni, che si trovava all’interno dei terreni della famiglia Deledda.
Lei stessa lo racconta in tantissime lettere, romanzi e novelle. In particolare nel romanzo autobiografico “Cosima” e nella novella “Sotto il Pino“.
Sotto l’ombra di questo maestoso albero, la scrittrice sarda premio Nobel si rifugiava per contemplare e scrivere. Insomma, un luogo davvero suggestivo.

La novella "Sotto il Pino"

Nella novella “Sotto il Pino“, la giovane scrittrice descrive l’area in maniera molto precisa e accurata.
Il Pino sorgeva sopra un rialto rotondo in pietra e, oltre al maestoso albero, erano presenti alcune piante di fico, una vasca d’acqua, una vigna con un piccolo orto e una casetta in pietra.
Ma, per comprendere al meglio com’era il luogo, consigliamo la lettura della brevissima novella.

Esiste ancora?

Purtroppo l’intero luogo è stato abbandonato a sé stesso, lasciando gli elementi descritti dalla scrittrice in balia del degrado e dell’incuria.
Il Pino, ultimo superstite di questo abbandono, è morto ed è stato abbattuto.
Il giorno del suo abbattimento ci siamo promessi di rivalorizzare il luogo, dando il via ad un nuovo progetto:
Il Pino di Grazia Deledda“, un parco realizzato interamente da volontari.

Cosa prevede il progetto

L’obiettivo è la riqualifica completa della località, ripristinare tutti gli elementi esistenti, ricostruire quelli che sono stati perduti e aggiungere nuove attrattive.
Il sito, riqualificato, potrà essere inserito permanentemente all’interno degli itinerari Deleddiani.
Il parco avrà anche il compito di attrarre un bacino d’utenza esterno alla città barbaricina, che speriamo si estenda al di là dei confini dell’Isola.

NELLO SPECIFICO:
• Estirpazione della vegetazione infestante
• Ripristino della vasca, dei muretti a secco e restauro del cancello originale.
• Trattamento conservativo del tronco originario e piantumazione nuovo pino.
• Delimitazione con pali di legno e corda dell’area attorno al tronco del pino.
• Ricostruzione della casetta in pietra, che diventerà polo museale del parco.
• Realizzazione del parcheggio a servizio del parco.
• Realizzazione dei sentieri del parco, con annessa staccionata e piantumazione.
• Realizzazione della vigna didattica.
• Realizzazione degli orti didattici.
• Realizzazione di una piazza circolare.
• Disposizione degli elementi di segnalazione e degli elementi narranti. Questi guideranno il visitatore nel suo percorso all’interno del parco.

Come partecipare

Chiunque può partecipare alla realizzazione del parco (persone, gruppi, enti, aziende ecc.).
Ecco come puoi contribuire:
– Donando il tuo 5×1000 ad OrthobenEssere Onlus, C.F: 93028020910
– Partecipando alla raccolta fondi dal seguente link: https://gofund.me/55eb1e73
– Partecipare come volontari iscrivendosi attraverso il sito www.orthobenessere.com/partecipa
Condividendo l’iniziativa con le persone che conosci
(Tutte le informazioni si possono trovare su https://www.orthobenessere.com/il-pino-di-grazia-deledda/)
Chiunque può partecipare alla realizzazione del parco (persone, gruppi, enti, aziende ecc.).

Ecco come puoi contribuire:

– Donando il tuo 5×1000 ad OrthobenEssere Onlus, C.F: 93028020910

– Partecipando alla raccolta fondi dal seguente link: https://gofund.me/55eb1e73

– Partecipare come volontari iscrivendosi attraverso il sito www.orthobenessere.com/partecipa

– Condividendo l’iniziativa con le persone che conosci

(Tutte le informazioni si possono trovare su https://www.orthobenessere.com/il-pino-di-grazia-deledda/)
Luigi Falchi in una lettera del 1925 scrisse:
Amici nuoresi, se quel Pino, intorno a cui fiorì un sogno di fanciulla della più grande tra le donne d’Italia e in cui il poeta nostro incise il suo nome, preso “dalla triste poesia di quel luogo”, esiste ancora, onoratelo di segni d’affetto: esso dev’essere sacro alla spiritualità isolana.”

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